Totocalcio, un concorso che ha segnato la cultura calcistica in Italia
Il Totocalcio accompagna la storia del calcio italiano da oltre settant’anni, diventando un simbolo della cultura sportiva in Italia. Dalla schedina Totocalcio tradizionale alle nuove formule digitali, ha attraversato decenni mantenendo intatto il legame con i pronostici calcistici.

Dal dopoguerra a oggi, l’evoluzione del Totocalcio © JESHOOTS.com Pexels
Il Totocalcio è uno dei giochi più rappresentativi della cultura sportiva italiana. Introdotto nel dopoguerra, ha accompagnato generazioni di tifosi trasformandosi in un appuntamento fisso della domenica.
La schedina, con i suoi pronostici sull’esito delle partite, è stata a lungo un simbolo di passione calcistica e di condivisione.
Con l’arrivo delle scommesse moderne il concorso ha perso popolarità, ma continua a esistere in una formula rinnovata.
In questo approfondimento ripercorreremo la storia del Totocalcio, vedremo come funziona, le tappe principali della sua evoluzione e il ruolo che ricopre oggi nel panorama del gioco italiano.
Cos’è il Totocalcio e come funziona
Il Totocalcio è un concorso a premi che si basa sulla previsione dei risultati calcistici attraverso la tradizionale schedina Totocalcio.
Ogni colonna prevede il pronostico di una serie di partite, indicando “1” per la vittoria della squadra di casa, “X” per il pareggio e “2” per il successo degli ospiti.
L’obiettivo è indovinare il maggior numero possibile di esiti, così da accedere alle diverse categorie di vincita.
Oggi la formula prevede tredici incontri suddivisi in otto gare obbligatorie e da un minimo di sette a un massimo di dodici opzionali. A seconda dei risultati centrati, si accede a premi di valore crescente.
Per comprendere come funziona il Totocalcio basta pensare a un sistema di pronostici calcistici collettivi, in cui il montepremi viene alimentato dalle giocate e redistribuito tra i vincitori.
La nascita del Totocalcio (1946-1951)
La storia del Totocalcio inizia nel 1946, quando il giornalista sportivo Massimo Della Pergola ideò un concorso ispirato ai pronostici calcistici inglesi.
La prima schedina, proposta dalla SISAL il 5 maggio dello stesso anno, prevedeva 12 incontri selezionati tra Serie A, Serie B e Coppa Alta Italia.
Il costo di una colonna era di 30 lire e il primo vincitore fu Emilio Biasotti, che si aggiudicò oltre 400.000 lire, una cifra considerevole per l’epoca.
Il successo fu immediato e crescente, tanto che nel 1951 venne introdotto il tredicesimo incontro, destinato a diventare il formato classico rimasto in vigore per oltre cinquant’anni.
Il Totocalcio si affermò così come un appuntamento popolare, capace di trasformare il semplice atto di pronosticare partite in un rituale domenicale che avrebbe segnato intere generazioni di italiani.
L’età d’oro del Totocalcio (anni ‘60-‘90)
Tra gli anni Sessanta e Novanta il Totocalcio raggiunse il momento di massimo splendore, diventando un fenomeno sociale oltre che sportivo.
La schedina del Totocalcio non era soltanto un gioco, ma un rito che scandiva la domenica di milioni di italiani. Intere famiglie e gruppi di amici si riunivano per compilare i pronostici, condividendo speranze e strategie.
In questo periodo si registrarono montepremi record, con vincite miliardarie che finirono spesso sulle prime pagine dei giornali.
Il Totocalcio divenne un tema ricorrente anche nel cinema e nella televisione, simbolo di un Paese che viveva il calcio con entusiasmo collettivo.
Film come Amici Miei di Mario Monicelli ne mostrarono le ricevitorie, mentre programmi storici come Domenica Sportiva, 90° Minuto e più tardi Quelli che il calcio citarono spesso la schedina, rendendola parte del costume nazionale.
Allo stesso tempo, il concorso contribuiva a finanziare le attività del CONI, rafforzando il legame tra sport e comunità. Era l’epoca in cui indovinare i tredici risultati rappresentava un sogno nazionale.
Le variazioni e i giochi paralleli
Durante la sua lunga storia, il Totocalcio non rimase immutato ma si arricchì di varianti e concorsi paralleli.
Tra le più curiose esperienze vi fu il Totosport, introdotto negli anni Ottanta, che affiancava al calcio anche pronostici su altre discipline come Formula 1 e ciclismo.
Negli anni Novanta comparvero altri concorsi collegati, come Totogol, Totosei e Totobingol, pensati per offrire alternative più dinamiche e veloci.
Alcuni di questi giochi ebbero vita breve, soppressi all’inizio degli anni Duemila, ma segnarono la volontà di aggiornare il format tradizionale.
Queste varianti non riuscirono però a replicare il fascino della schedina originaria, che rimase il simbolo indiscusso del concorso, continuando a occupare un posto speciale nell’immaginario degli italiani.
Declino e nuove scommesse sportive
A partire dagli anni Novanta, il Totocalcio cominciò a perdere la centralità che aveva caratterizzato i decenni precedenti.
L’introduzione di nuove formule di intrattenimento e, soprattutto, la liberalizzazione delle scommesse sportive online cambiarono radicalmente le abitudini dei giocatori.
Il successo crescente di giochi come il Superenalotto, capace di offrire jackpot milionari più rapidi e mediaticamente accattivanti, ridusse drasticamente il volume delle giocate al Totocalcio.
Allo stesso tempo, le nuove piattaforme digitali permettevano di scommettere in tempo reale su campionati italiani ed esteri, ampliando le possibilità di scelta rispetto alla classica schedina del Totocalcio.
Di conseguenza, il concorso vide progressivamente diminuire incassi e popolarità, perdendo il ruolo di riferimento che aveva avuto per oltre cinquant’anni.
Nonostante ciò, il Totocalcio rimase attivo, simbolo di una tradizione radicata che cercava di resistere in un mercato ormai trasformato.
Le riforme dal 2003 al 2021
Per contrastare il calo di interesse, nel 2003 il concorso subì una prima grande riforma: le partite da pronosticare passarono da tredici a quattordici, con l’introduzione del cosiddetto “tredicissimo”.
Nello stesso periodo venne lanciato anche il concorso parallelo “Il 9”, dedicato a chi preferiva giocare soltanto su nove partite.
La schedina, un tempo legata esclusivamente al campionato italiano, si aprì progressivamente anche agli incontri internazionali e alle coppe europee.
Anche i concorsi non furono più limitati alla domenica ma distribuiti nell’arco della settimana.
Nonostante questi tentativi di innovazione, l’interesse generale non tornò ai livelli degli anni d’oro.
In molti si chiedono se esiste ancora il Totocalcio: la risposta è sì, ma le riforme di quel periodo segnarono il passaggio da un fenomeno di massa a un concorso più di nicchia, in attesa di ulteriori trasformazioni.
La nuova formula dal 2022
Dal gennaio del 2022 il Totocalcio ha subito una profonda riorganizzazione, pensata per rilanciare il concorso e renderlo più competitivo rispetto alle moderne scommesse sportive.
La nuova formula del Totocalcio prevede un totale di tredici partite, suddivise in otto obbligatorie e da un minimo di sette a un massimo di dodici opzionali.
Il giocatore deve quindi comporre la propria schedina scegliendo gli incontri su cui puntare, con possibilità di personalizzare la giocata.
Sono previste sei categorie di vincita, che vanno dal celebre “13” fino al “3”.
Il montepremi viene alimentato dalle giocate e in caso di mancata vincita di prima categoria viene accumulato, creando un jackpot più consistente nel concorso successivo.
La suddivisione degli incassi è stata resa più chiara, con il 75% destinato ai premi, una parte ai punti vendita e il resto a Sport e Salute e al concessionario.
Il Totocalcio oggi: tra tradizione e innovazione
Il Totocalcio ha accompagnato la vita del Paese come poche altre tradizioni sportive.
Dalla schedina compilata al bar di quartierealle trasformazioni più recenti, questo concorso ha scandito decenni di domeniche italiane.
Ha fatto sognare con vincite clamorose, ha unito famiglie e amici attorno a un tavolo, ha dato voce alla passione calcistica di un’intera nazione.
Oggi non è più il protagonista di un tempo, ma resiste. Esiste ancora, in una veste nuova, come testimone di un legame antico tra gioco del calcio e comunità.